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Arcipelago delle Canarie Fuerteventura

Tindaya la montagna sacra

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Nel nordest di Fuerteventura si trova la montagna di Tindaya, molto vicino a La Oliva. Gli antichi aborigeni di Fuerteventura consideravano Tindaya una montagna sacra alla quale attribuivano poteri magici, così come dimostrano le oltre 300 incisioni a forma di piede di grande valore archeologico, che sono state trovate in essa.

Incuriositi da questa leggenda ci rechiamo per fare un'escursione sulla montagna. Ma arrivati ai piedi della montagna troviamo un cartello che l'accesso è interdetto.

Tindaya e la Playa De Esquinzo

Ci consoliamo facendo una escursione nel deserto circostante fino alla Playa de Esquinzo una spiaggia particolare con sabbia bianca.

Occorre arrivare fino al mare percorrendo la strada asfaltata dismessa e piena di buche. Qui alcuni ruderi di case stanno a testimoniare un tentativo di urbanizzazione del litorale non riuscito.

Sulla mappa l'itinerario è segnato con il colore verde.

Seguire il sentiero che costeggia la scogliera in direzione nord verso El Cotillo.

Il paesaggio è molto brullo con il terreno di colore marrone, molte pietre nere di media grandezza cospargono il terreno fino all'orizzonte. Sembra che la roccia sottostante non sia di origine vulcanica ma sia emersa dal fondale per la pressione del magma sulla crosta terrestre. Poi eruzioni di vulcani, forse dello stesso Calderòn Hondo non molto lontano, ha sparato in alto una notevole quantità di pietre e queste per gravità siano ricadute sparpagliandosi per tutto il deserto.

Camminare in questa natura primordiale ci fa capire quali forze si siano sprigionate nella creazione dell'isola.

E' stupefacente che sia tutto rimasto alla fase appena successiva alla creazione dell'isola.

Quello che sulla nostra carta è segnato come Rio Esquinzo, ai nostri occhi ci appare come un kenyon che sfocia appunto alla Playa De Esquinzo. Il paradosso è che il rio è completamente prosciugato e per arrivare alla spiaggia occorre risalire il kenyon fino ad arrivare ad un punto preciso:  una strada sterrata ci consente di scendere.

Poco prima di arrivare al kenyon sulla destra verso l'interno scorgo un'oasi, un ciuffo di vegetazione con tanto di palma che spicca nel deserto. Non è molto lontana e incuriosito mi ci dirigo. Nel deserto di Fuerteventura privo di recinzioni e vegetazione è facile inventarsi itinerari in linea retta senza preoccuparsi di seguire sentieri o strade.

Arrivato all'oasi, scopro che è tutta contornata da un muretto a secco che la cinge completamente. Non ci sono sorgenti, ma il segreto di quella vegetazione sta proprio nel muretto a secco che è stato costruito proprio per raccogliere l'acqua. Oltretutto l'oasi è dentro il letto di un torrente secco, è facile immaginare che quando piove l'acqua ricopre il letto del fiume e penetra all'interno del muretto a secco grazie a delle aperture poste lato-monte mentre a valle non ci sono. L'acqua penetrando nel piccolo bacino contornato dal muretto a secco tende a ristagnare consentendo alla vegetazione di vivere abbastanza a lungo tra una pioggia e l'altra.

Playa de Esquinzo e le orme fossili

Osservando da un lato la roccia levigata dall'acqua scopro delle impronte: incredibile! sono delle orme fossili di varie dimensioni, sono riconoscibili le tre dita, sembrano di rettile. Nella colonna a destra ci sono alcune foto dell'oasi e delle orme.

Finita la visita all'oasi ci si può dirigere verso il kenyon in direzione nord e all'interno del kenyon arrivare alla spiaggia composta da dune altissime.

Per il ritorno basta costeggiare la scogliera in direzione sud fino alla strada asfaltata che porta a Tindaya.

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