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PERIGORD ALLA RICERCA DEI PIU' BEI VILLAGGI DI FRANCIA

(censiti dalla pubblicazione "Les Plus Beaux Villages de France", Guide officiel de l'Association Les Plus beaux Villages de France edito da Sélection du Reader's Digest) PASQUA 2014 (18-27 APRILE)
Mauro Gianneschi
18 apr ven

Partenza da Lucca alle 10 con tutta tranquillità. Il tempo è buono e soleggiato, la temperatura è piacevole. Il percorso di avvicinamento si svolge tutto su autostrada. Sosta pranzo in un' area di servizio presso Imperia. Da dimenticare! Tutto l'intorno è sporco di cartacce e nell'aria un acuto odore di urina umana da rivoltare lo stomaco. Pranziamo rapidamente chiudendo tutti i finestrini lasciando aperti i soli bocchettoni a soffitto per avere un po’ di ventilazione. Partenza rapida per non vomitare quello che abbiamo appena mangiato.

Entriamo in Autoroute francese e cominciano le code ai primi caselli per il pagamento del pedaggio. Raccolta di spiccioli dalle tasche o meglio ancora con carta di credito. Uscita a Fréjus (92km) dopo quattro barriere autostradali con code. Arriviamo sulla costa a Saint Raphael e percorriamo il litorale della Costa Azzurra non ancora immerso nel traffico estivo. La temperatura nel frattempo si è abbassata di parecchi gradi, ma il sole splende ancora. Prendiamo la strada per St Tropez e due km prima di arrivare in centro deviamo a dx per raggiungere l'AA di Pampelonne, già testata varie volte negli ultimi tempi. Ci sono molti posti liberi. Sono le 17,30, il sole è ancora alto, ma il vento teso e gelido ci obbliga a rientrare nel tepore del camper dopo poco. Cena a bordo, poi breve giretto sulla spiaggia, coperti come alla fine di febbraio, poi uno sguardo ai camper vicini (nessuno italiano, tanti tedeschi), un po’ di TV per le ultime notizie ed un filmetto, quindi a nanna con la stufa accesa al minimo. P a Pampelonne vicino a St Tropez, in AA (43 14 20,7n - 6 39 41,5e). Tempo bello, ma vento teso e freddo. Km 485

19 sab

Sveglia con tutta calma e ricca colazione. Sole, ma fuori è ancora freddo nonostante siano ormai le 10,30. Con calma facciamo l'ennesimo giro sulla spiaggia deserta, un poco di spesa allo spaccio del campeggio a due passi da noi, poi è subito l'ora di pranzo che consumiamo dentro perché anche a quest'ora fa freddo. Pennichella al tepore del sole dietro i vetri dei finestrini. Nel pomeriggio telefonano due amici per comunicarci che anche loro sono in Francia e propongono di unirci assieme per andare a vedere Rocamadour. Detto fatto, ma essendo assai lontana rischieremo di arrivare a sera tardi per cui noi facciamo una sosta intermedia a La Couvertirade. Abbiamo le coordinate del punto sosta. Passiamo Nîmes, poi diamo al navigatore le indicazioni di seguire la D999 che attraversa un bellissimo paesaggio di natura carsica, molto selvaggio e poco antropizzato. Altezza media di questo altopiano (Causse de Larzac) è tra i sette e ottocento metri, con un'arietta per niente primaverile, ma sole pieno. Passiamo a pochi km dalla deviazione per il Cirque de Navacelles (43 53 14,5n -3 30 31,7e), ma è tardi e ci siamo stati poco tempo fa. Arriviamo a La Coivertoirade (censito dalla rivista "le Plus Beaux Villages de France") per l'ora di cena e ci sistemiamo subito nel parcheggio a pagamento, riservato ai camper (ma privo dei servizi). Qualche problema nel trovare un piano orizzontale, ma con l'aiuto dei cunei lo risolviamo velocemente. Cena e poi una capatina nel borgo deserto, sapientemente illuminato da lampade gialle che esaltano gli angoli chiari più belli da quelli in ombra di minore importanza . Rientriamo ai camper un poco infreddoliti. Fuori fa un freddo cane, siamo a 5°. Un po’ di tempo a osservare il cielo nero, senza luna, al chiarore delle stelle, tante luci tremolanti nell'infinito. Buio assoluto senza lampioni o altro genere di luce artificiale. Accendiamo la stufa al minimo. Siamo in compagnia di pochi camper. P a La Coivertoirade, punto sosta senza servizi (43 54 42,4n-3 18 51,7e). km 365

20 dom

Giorno di Pasqua. Pioviggina. Alle 10 andiamo a visitare il villaggio de La Coivertoirade con tutta calma. I negozietti cominciano adesso ad aprire i bandoni. Una pioggerella leggera leggera ci accompagna da questa notte. La temperatura, abbastanza bassa, ci obbliga ad indossare giacche pesanti di pile. Armati di ombrelli percorriamo le strade lastricate del villaggio, lucide di pioggia. Di origine medievale, circondato da mura in pietra con cammino di ronda è appartenuto prima ai Cavalieri Templari e successivamente, dopo che questo ordine fu sciolto, ai Cavalieri di Malta che le potenziarono con bastioni cilindrici intorno al 1450. Il villaggio fu coinvolto marginalmente dalle vicende storiche relative alla Guerra dei Cent'anni. La chiesa, alta su una rupe, all'interno del borgo, anch'essa fortificata, si presenta ad un'unica navata, molto semplice, corredata dal piccolo cimitero dove si possono ammirare le magnifiche stele discoidali in pietra, di origine celtica. Nel frattempo, sono le 10 passate, cominciano ad aprire i piccoli negozi di souvenir, di abbigliamento e di cuoierie artigianali di pregevole fattura (un po’ cari a dire la verità). La pioggia nel frattempo ha smesso di tartassarci e questo rende ancora più piacevole il percorso tra i vicoli medievali. Rientriamo ai camper giusto il tempo per pranzare e poi, dopo una breve pausa digestiva, ci dirigiamo verso nord. Strada normale, arriviamo dopo pochi km a Sainte Eulalie de Cernon.

Bel parcheggio con scarico camper sotto le mura del borgo (43 58 59,8n - 3 8 13,2e). Posto in alto sulla campagna circostante, circondato da mura in pietra, di origine medievale, con bei bastioni cilindrici a difesa delle cortine. L'interno del piccolissimo borgo (261 abitanti) presenta un impianto urbanistico senza una logica precisa, se non quella di circondare la piazzetta principale, con bella fontana a vasca ombreggiata da platani secolari sulla quale si affaccia anche l'unica chiesa del paese. Il fatto curioso è che essa è priva di facciata e l'ingresso avviene dall'abside attraverso un bellissimo portale scolpito nel marmo chiaro dell'Aveyron. Riprendiamo strada per fermarci poco dopo a Le Cavalerie (44 0 32n - 3 9 10,8e), villaggio piccolissimo anch'esso circondato da mura con bastioni e stradine strettissime, con antiche case medievali in pietra. Lo sviluppo urbano lo ha circondato facendone un interessante scrigno storico nel quale è piacevole passare mezz'ora.

A proseguire sulla D809 si attraversa un paesaggio calcareo privo di vegetazione alta e ricco di emergenze naturali come i pinnacoli calcarei che spuntano dal terreno come dita pronte a graffiare il cielo. Per alcuni km il Plateau de Larzac ci accompagna fino ai primi contrafforti collinosi, in cui la strada sale fino a regalarci le immagini delle gole della Dourbie e del Tarn, giù in basso, prima di arrivare a Millau. Dominato dal suo ponte moderno, il Viaduc de Millau, che appoggiato sui piloni più alti d'Europa, attraversa la piana su cui sorge la cittadina. Proseguiamo fino a Rodez. Il Camping Municipale (44 21 14,3n - 2 35 5,6e), vicino al centro è ferme !. L'alternativa, poco pratica, è usufruire dell'AA (44 21 26,3n - 2 35 37,7e) in basso rispetto all'abitato e abbastanza lontana da esso. Non ci sono servizi urbani per raggiungerlo. La bici al seguito non può essere usata per la erta salita. Per di più piove! Rinunciamo alla visita. Se domani mattina passa un bus dall'AA dove siamo, bene, altrimenti la strada è troppo lunga per farla a piedi. Ci sono sette posti e quattro camper già sistemati. Ci sistemiamo anche noi mentre fuori continua la pioggerella autunnale, il cielo è tutto chiuso. Cena, un po’ di Tv e poi a nanna. P a Rodez in AA (44 21 26,3n - 2 35 37,7e). L'area è a est della cittadina, in basso rispetto ad essa, in un ambiente ameno, inserito in un parco verde urbano, ma lontano dal centro. Nei giorni festivi (!) non ci sono servizi di navetta per raggiungerlo. Tempo piovigginoso e freddo. Km 115

21 lu

Partiamo da Rodez senza aver visitato la cittadina. Prendiamo la D994 per andare a vedere il villaggio di Belcastel (censito dalla rivista) (44 23 11,8n 2 19 58,8e). Arroccato sulle pendici scoscese della valle dell'Aveyron, dominato da un imponente maniero (in parte museo ed in parte resort di alto livello) con donjon di forma squadrata e torri di difesa cilindriche, il villaggio è percorso da strette vie lastricate, strettissime, adeguate alla orografia del luogo. Case in pietra locale che si affacciano sull'unica via percorribile con un mezzo e che fa anche da passeggiata lungofiume. Un antico ponte a schiena d'asino lo attraversa per arrivare alla chiesa del paese e ad un piccolo campeggio al bordo della riva, che si raggiunge non dal paese, ma da una deviazione arrivando da ovest, in quanto il ponticello sopradescritto non consente il passaggio di grossi mezzi. Il piccolo spiazzo davanti alla chiesa è il punto migliore per uno sguardo generale al villaggio e al castello. Dalla sommità di questo, invece, lo sguardo si amplia sui tetti delle case e sul serpeggiare del fiume in basso. Il parcheggio, l'unico (44 23 11,8n - 2 19 58,8), si riempie rapidamente nei giorni prefestivi e festivi per cui conviene arrivare abbastanza presto per trovare posto. Giornata di sole pieno che rallegra tutto alla vista.

Ripartiamo dopo una ricca colazione a base di croissant e caffè in direzione ovest per arrivare a Cardaillac (censito). Minuscolo villaggio anticamente protetto da remparts e da torri del XII sec di cui solo tre sono rimaste in piedi dopo la distruzione dovuta alla guerra dei cent'anni e a quella di religione. La comunità Cardaillacois, di religione protestante, era la più grande del Quercy e durante la crisi cattolica partecipò attivamente alla distruzione della chiesa parrocchiale di St Julien. Dopo l'editto di Nantes la cittadina fu restituita alla comunità cattolica e nel 1600 le opere difensive del villaggio vennero abbattute, escluso la Tour Ronde, la Tour de l'Horologe e la Tour de Sagnes che vediamo tutt'oggi. Il parcheggio, molto tranquillo è al bordo del villaggio (44 40 44,1n - 1 59 52,8e).

Lasciamo Cardaillac con le sue tragedie storiche, per arrivare a Lacapelle Marival (altro villaggio censito), poco distante da quello precedente. La parte emergente è il grosso castello che cattura lo sguardo appena si arriva dopo aver parcheggiato il mezzo nella grande piazza (44 43 41,3n - 1 55 47,5e). Di origine Alto Medievale (1200 circa), si erge fuori dal circuito delle mura che proteggevano la cittadina. Coronato da torrette cilindriche con tetto a cono e numerosi abbaini, si abbraccia in un unico sguardo dal prato sul lato sud. Si entra all'interno del borgo dalla porta ad arco protetta da un donjon cilindrico. Percorrendo le sue strade si arriva ad una bella Halle (mercato coperto) del 1400 con copertura a travature in legno su pilastri in pietra. L'unica nota dolente è che nei giorni festivi questi piccoli paesi sono deserti e tutte le botteghe sono chiuse, per cui non si vive la vita reale della comunità, ma si patisce la condizione di turisti estranei, solitari e distratti.

Ci spostiamo di pochi km verso ovest e la curiosità di un cartello turistico ci spinge a vedere la chiesa fortificata di Rudelle. Sistemato il camper nel comodo parcheggio del parco pubblico andiamo a curiosare. Bell'edificio duecentesco, imponente nella sua struttura compatta. Al piano terreno c'è la chiesa, al piano superiore le feritoie e le bocche da fuoco denotano la sua funzione difensiva. Ritornando sulla principale D840, percorriamo un altopiano calcareo (Causse de Gramat) dove vediamo numerosi allevamenti di oche dalle quali si ottiene il famoso "paté de foie gras" (paté di fegato d'oca). Oltrepassiamo Gramat (varrebbe la pena fermarsi un attimo a vedere la cittadina, ma è tardi) per arrivare alla meta di questa sera, Rocamadour.

Con le coordinate del nostro GPS troviamo con qualche difficoltà il parcheggio riservato ai camper (senza servizi) a causa di sensi unici da poco predisposti. Siamo nella parte alta del villaggio, all'altezza del castello. Comunque ci sono già numerosi camper parcheggiati ma troviamo posto anche noi. Cena con il tavolo sotto gli alberi, come fanno anche tanti francesi, e dopo, con il buio della notte, una passeggiata al Belvedere dell'Hospitalet, sulla strada alta per vedere la cittadina dall'alto, illuminate la rocca e la chiesa della Vergine Nera, le stradine lungo la parete rocciosa e i tetti delle case. Comincia a piovigginare quindi rientro al camper e a nanna. P a Rocamadour nel parcheggio alto del castello in area camper senza servizi(44 48 0,03n - 1 36 55,9e). Gratuito. Vicinino alle scale che scendono in paese e altrettanto vicino alla funicolare che scende per prendere l'ascensore per la basilica di Saint Sauveur (o della Madonna Nera). Km 160

22 mar

Prendiamo l'ascensore per scendere a visitare Rocamadour. Tutto il villaggio è arroccato sulla falesia che domina il fiume Alzou. In alto il castello domina il borgo, a metà costa l'imponente monastero dove si trova l'immagine della Madonna Nera e più in basso il villaggio fatto di case tipiche con le stradine invase da pedoni e da numerosissime botteghine di souvenir. La nota triste che anche le auto percorrono queste strette vie facendo slalom tra i turisti. Peccato che questo fatto sminuisce fatalmente il clima di devozione ambientale. Famosa meta di pellegrinaggio fino dall'antichità si ritiene che Saint Amadour si identifichi con la figura di Zacheo, marito di Santa Veronica che fuggiti dalla Terra Santa si sarebbero rifugiati in questo ambiente, divenuto poi, secondo le leggende, miracoloso. Una lapide dichiara che anche Enrico III d'Inghilterra abbia fatto visita a questo monastero e sia ripartito guarito da alcuni mali che lo affliggevano.

Risaliamo ai camper e pranziamo, poi ripartiamo prendendo la D127, per raggiungere lo Chateau la Treyne (44 50 57,2n - 1 31 33,9e), con magnifico giardino e una posizione invidiabile sulla Dordogna. Adesso è un hotel di gran classe, ma il giardino e tutto l'esterno è visitabile gratuitamente. Attraversiamo il fiume sul ponte in ferro ottocentesco, con qualche timore perché è largo poco più del camper e molto rumoroso al passaggio per effetto della cassa armonica prodotta dalle ruote sulla lamiera di base. Proseguiamo sulla strada che costeggia il grande fiume che con la Garonne formano il grande estuario della Gironda a Bordeaux, sull'Atlantico. Il tempo è buono ed il sole scalda la campagna. Arriviamo a Sarlat la Caneda (censita) andando a parcheggiare nell'AA dedicata ai camper (44 53 43,8n-1 12 45,7e), poco fuori dal centro storico. Ci rilassiamo un po’ prendendo il sole in viso. Andremo a vedere la città domani mattina. P a Sarlat-la-Caneda in AA (44 53 43,8n-1 12 45,7e). Un po’ rumorosa perché fiancheggia la strada di scorrimento. Provvista di colonnina attrezzata a gettone per il carico d'acqua. Ci sono molti camper. Serata tiepida. Km. 65

23 mer

Tiriamo giù le bici (finalmente) e andiamo in città. In centro si svolge il mercato dell'alimentation. Assaggi di salami, formaggi, paté e tante altre leccornie. Il centro è meraviglioso, ricco di bei palazzi e belle case a graticcio, c'è gente ovunque e dunque la cittadina è viva, non solo di turisti, ma soprattutto di locali, che fanno spesa, che girano con ceste di ortaggi, pane e bottiglie di vino. Visitiamo la cattedrale di Saint Sacerdos non appena il rito funebre che vi si svolge finisce. Molto bella e imponente in stile gotico sulla Place du Peyrou invasa dai banchi degli ambulanti. Sul retro, passando dal Passages de Enfeus si arriva alla Lanterne des Morts (o Tour Sainte Bernard) di forma cilindrica e tetto a cono, di origine medievale , ma di uso incerto. Percorriamo le stradine ricche di fiori e il sole inonda tutto con la sua bella luce dorata e calda.

Questa cittadina è una delle più belle del Perigord e di tutta la Francia. Risaliamo la strada per arrivare ai camper, pranziamo e dopo partiamo alla volta di Beynac et Cazenac, (censito) sulla Dordogna. Il parcheggio è a due km dal borgo fortificato posto in alto sulla campagna e sul fiume (44 50 41,3n-1 8 43,7e). Il parcheggio sotto le mura del paese è riservato alle auto. Lunga camminata a piedi per raggiungere la meta. Il sole è caldo e la sudata assicurata. Ma dall'alto, la vista del fiume e del paesaggio circostante ripaga la fatica. La parte emergente su tutto è naturalmente il castello, imponente e maestoso protegge il borgo con la sua figura. Sotto, i meandri del fiume che scorre lento, percorso dalle numerose imbarcazioni di turisti che guardano dal basso l'insieme architettonico. Storicamente è stato conquistato più volte dalle armate inglesi e da quelle francesi durante la guerra dei cent'anni, poi abbandonato durante la rivoluzione. Recentemente restaurato e aperto al pubblico dal suo attuale proprietario.

Ripartiamo per arrivare a Castelnaud la Chapelle, anch'esso arroccato in alto su uno sperone roccioso che domina la Dordogna. C'è un parcheggio camper a pagamento, proprio in alto al paese (44 48 55,9n - 1 8 38,5e). Con poca fatica, a piedi, si raggiunge il piccolissimo centro storico alla base del castello. Ripartiamo costeggiando la Dordogna sulla destra orografica fino ad arrivare in pochissimi km a La Roque Cageac (censito). Sistemazione rapida nella bella AA sul fiume (44 49 29,4n-1 11 3,4e). E' l'ora giusta per la cena, il sole è all'orizzonte e ci sono dei tavoli di legno con panche, giusto per apparecchiare la tavola. Il fiume scorre a pochi metri e i camper sono a portata di mano. Bella serata. Dopo cena l'immancabile passeggiata lungofiume, illuminato discretamente e in lontananza si vede Castelnaud con il suo castello in alto. Questa sera a letto tardi. P a La Roque Cageac in AA (44 49 29,4n-1 11 3,4e) sulla Dordogna, vicinissimo al paese. Camper Service colonnina a gettone per l'acqua. Km. 31

24 gio

Con tutta calma alle 10 visitiamo il paesino. Tutti gli esercenti non aprono prima di quest'ora. Le case sono arroccate sulla falesia a picco sul fiume. In alto si notano caverne e ripari di epoca troglodita. La storia di questo borgo è importante fin dal medio evo, in quanto crocevia di fiorenti commerci di prodotti della terra che con il fiume navigabile fino al mare, e quindi fino a Bordeaux, arrivavano sulla costa con le tipiche imbarcazioni a vela chiamate gabares. Al ritorno queste chiatte riportavano indietro merci nuove acquistate sull'Atlantico. A mezza costa si percorre una stradina che porta fino alle fortificazioni preistoriche, essa è fiancheggiata da notevoli piante tropicali e mediterranee che con l'esposizione a pieno sud hanno trovato il loro habitat naturale di sviluppo. Ci lasciamo attrarre dall'idea di percorrere il fiume su una di queste gabares a vela per turisti. Il porticciolo è proprio sotto i camper e quindi via …. Durante il percorso una audioguida spiega ampiamente la storia di questi traffici e lo sviluppo della cittadina fino ad oggi. Interessante anche la storia geologica del sito che si manifesta al passaggio lungo le rive attraverso l'esposizione degli strati rocciosi che la corrente dell'acqua ha reso palesi alla vista. In certi periodi dell'anno, quando la corrente del fiume era particolarmente violenta, per fare il percorso dalla costa in senso contrario le gabares venivano caricate sui carri, insieme alle merci, per ritornare a La Roque.

Partiamo per Domme pochi km più a sud (censito). Sosta in AA fuori dal paese (44 48 1,5n-1 13 18,4e) gratuita. Mettiamo fuori il tavolo e pranziamo con il sole in faccia, poi dopo breve sosta digestiva ci avviamo a piedi e dopo qualche centinaia di metri siamo di fronte alle mura del borgo. Vi si accede dalla Porte De Tours, protetta da due grossi torrioni cilindrici in pietra bugnata. Ci troviamo presto nella Place de la Rode dove fa bella mostra di sè la Maison du Batteur de Monnaie (batteva moneta), poi percorriamo la Grand Rue fino a Place de la Halle, dove si trova l'ingresso alle grotte che si sviluppano per 450 metri in meandri sotterranei. Il borgo si erge alto su un promontorio a dominare la Dordogna, circondato ancora da alte mura in pietra, erette da Filippo l'Ardito intorno alla metà del '200. Arriviamo fino al Belvedere de la Barre per ammirare i meandri del fiume sotto di noi, poi rientriamo ai camper dopo aver acquistato due bottiglie del famoso Rosé di Domme, vino fruttato dal gusto delicato.

Partiamo per Gourdon. Siamo agli sgoccioli delle nostre ferie. Parcheggiamo nella AA (44 44 2,7n - 1 23 7,1e) e ci avviamo verso il centro storico distante 10 minuti a piedi. Bella chiesa gotica intitolata a St Pierre. Case medievali a graticcio e case rinascimentali. Il tempo ha ricominciato a fare capricci, vento fresco e pioggerella a tratti. Ripartiamo alla volta di Cajarc sul fiume Lot, dove sappiamo essere una AA alla vecchia stazione ferroviaria dismessa. Piove. Arriviamo e piove ancora. Così per tutta la notte. Riaccendiamo un po’ di stufa perché è anche freddo. Cena e a letto. P a Cajarc in AA (44 29 4,1n-1 50 44,1e), sul fiume Lot, notte tranquilla ma piovosa e fresca. Km.120

25 ven

Questa mattina il cielo è velato ma non piove. Visitiamo il piccolo villaggio di Cajarc sul fiume Aveyron, con case disposte a cerchi concentrici che denotano una origine medievale, al centro la piazza e la chiesa di Saint Etienne dal possente campanile del XIII secolo. Ripartiamo dopo poco. Direzione est fino a Villefranche de Rouerge. Parcheggio in una grande piazza a margine della cittadina (44 21 14,8n-2 1 50e) vicino alla Gendarmerie. A piedi, brevemente arriviamo in centro. Bellissima la Place Notre Dame. La chiesa, gotica, con grande avancorpo fortificato che dà accesso all'interno. La piazza antistante, di forma quasi quadrata, è circondata dà edifici gotici e rinascimentale con arcate a portici per la salute dei cittadini in caso di pioggia. Al centro dell'area c'è una originalissima fontana moderna a getti d'acqua nascosti a raso della lastricatura. Le colonne d'acqua si alzano e si abbassano secondo una logica musicale che le rende dinamiche ed interessanti. La cittadina sorge sul fiume Aveyron.

Ripartiamo verso sud per raggiungere a pochi km di distanza Sauveterre de Rouergue (censito). Parcheggiamo adiacenti al centro storico sotto gli alberi (44 13 14,3n-2 19 1,8e) ed entriamo nella bella Places des Arcades. Di forma rettangolare, circondata da bei palazzi che con 47 arcate prospettano la piazza stessa, sotto le quali è bello passeggiare. Di origine medievale conserva ancora sei porte d'accesso con altrettante torri, le case in parte a graticcio ed alcune rinascimentali, a definire il tutto, la bella chiesa gotica del XIII secolo. Ripartiamo prima di pranzo, direzione est, vogliamo arrivare a La Couvertoirade, alla stessa area di sosta dell'inizio di questo viaggio, per fare meno km nella giornata di domani. P a La Couvertoirade (ps 43 54 42,4n-3 18 51,7e) parcheggio camper, ma senza servizi. Km.190

26 sab

Inizia il percorso di rientro verso casa. Partiamo alle 10, fuori ci sono 4° ma è sereno. Siamo sull'altopiano dell'Arzac a quota 800 m. circa. Ce la prendiamo comoda perché stasera dormiremo di nuovo a Pampelonne, vicino a Saint Tropez, quindi i km da fare non sono tanti. Facciamo tutta strada normale. Molti tratti sono di superstrada veloce per cui arriviamo assai presto nel pomeriggio all'area attrezzata in riva al mare. P a Pampelonne in AA (43 14 20,7n-6 39 41,5e). Temperatura sui 20°, tempo bello tutto il giorno. Km.357

27 dom

Partiamo alle 10, il sole riscalda subito. Per raggiungere l'Italia e la nostra casa a Lucca facciamo tutta autostrada. Subito dopo Sanremo ci troviamo impelagati nel traffico di rientro. Perdiamo un'ora e mezzo in una coda di 32 km fino a Savona, poi diventa scorrevole e quindi alle 18 siamo a casa. Km. 485

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