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  Festos - Φαιςτoς

 

Abitata sin dal periodo neolitico (2° metà del IV millennio a. C.). Successivamente nell'Antico Minoico, che occupa all’incirca l’intero III millennio a. C. Nei diversi momenti di questa lunga fase,  probabilmente l'abitato era costituito in diversi quartieri. Tra i resti di abitazione, tutti a forma rettangolare, si nota una capanna di pianta circolare (finora unica a Creta) abitata già alla fine del neolitico finale e riutilizzata in periodo successivo. L’abitato divenne progressivamente più concentrato, sistemato in terrazze e con abbondanti suppellettili nella fase che precede immediatamente la fondazione del palazzo.

La costruzione del palazzo, intorno al 2000 a. C., diventa fondamentale alla vita del centro. L’edificio, costruito attorno ad un grande cortile lastricato  presenta una facciata monumentale sul lato ovest e con tre cortili a terrazza sullo stesso lato occidentale, particolare, l’ampia gradinata di otto gradini, la più antica cava teatrale di ambito europeo, e che serviva verosimilmente per accogliere gli spettatori in occasione di speciali liturgie (su qui si doveva stare in piedi); si realizzava, l’incontro fra l’elite che controllava il palazzo e la gente comune che a vantaggio di quest'ultimi lavoravano. Importantissimo l'archivio, con diverse migliaia di documenti contabili (le “cretule”,  di argilla con una o più impronte, che servivano per sigillare i vasi, cassette lignee o pomelli di porte) utilizzate da un ristretto gruppo di addetti all’amministrazione, dal momento che il palazzo minoico fu sostanzialmente un luogo di raccolta e di redistribuzione di beni.

Un intero quartiere del  Palazzo fu individuato  portando alla luce murature alte ca. 6 m., con  tre livelli pavimentali sovrapposti. All’interno dei vani fu rimosso  un riempimento costituito da un durissimo “calcestruzzo” costituito da pietre, calce, nuclei di argilla, cocci etc.). Si pensa che i tre livelli pavimentali fossero stati i piani sovrapposti di un unico edificio crollato in seguito ad un terremoto. Successivamente  intorno al 1700 a.C., il palazzo venne distrutto definitivamente. Dopo il primo terremoto (che avrebbe causato l’abbandono delle case private nei quartieri adiacenti al palazzo), si sarebbe tentato di ricostruire soltanto il piano superiore del precedente edificio, creando anche delle apposite scale. Un secondo sisma avrebbe probabilmente impedito che venisse portata a termine l’opera di ricostruzione.

Straordinaria è la quantità di ceramica rinvenuta.  La produzione dei vasai della regione di Festòs è la più raffinata dell’intera isola.

Dopo i due terremoti del 1700 a. C. si cercò di rendere abitabile il palazzo,  abbandonando interi quartieri e, probabilmente, riducendo la parte occidentale. Con questa ristrutturazione siamo già nella  fase del Medio Minoico circa nel XVI sec. a. C.. Un ennesimo episodio sismico (nella seconda metà del XVI sec. a. C. ) mise fine alla vita del palazzo il quale rimase in rovina (almeno fino alla fine del XVI o addirittura ai primi decenni del XV sec. a. C.). Durante il periodo di abbandono, la capitale amministrativa del territorio fu spostata, probabilmente per iniziativa di Cnosso, nel vicino centro di Haghia Triada. E tuttavia, in un edificio attiguo al palazzo si conservava il famoso disco, con il suo doppio testo, certamente di carattere sacro, che continua a rimanere un mistero.

Quando fu finalmente ricostruito su scala monumentale, il Secondo Palazzo di Festòs, non entrò probabilmente nel pieno delle sue funzioni.  Un nuovo episodio sismico, intorno alla metà del XV sec. a. C., con una distruzione generalizzata nei principali centri dell’isola, pose fine alla c.d. età dei  Secondi Palazzi ( o neopalaziale).

Una dinastia micenea, proveniente probabilmente da qualche centro dell’Argolide occupò successivamente il palazzo di Cnosso, il solo che venne interamente ripreso e che tornò a funzionare come centro di potere, almeno fino alla metà del XIV sec. a. C.

In questa fase, detta Post-palaziale, il centro di Festòs ebbe certamente degli edifici e forse anche delle aree sacre sia sulla collina mediana che su quella del palazzo o nelle immediate vicinanze. Ma almeno fino alla metà del XIII sec. a. C. il centro di riferimento territoriale, dal punto di vista urbanistico, politico ed economico rimase Haghia Triada.

Già durante il XII secolo a. C., ma soprattutto in quelli successivi  il centro di Festòs, fu probabilmente difeso da una cinta muraria sulla collina mediana. La ripresa di Festòs corrisponde ad un momento di crisi  della città di Haghia Triada.  Festòs, in ogni caso, è una delle città cretesi ricordate nell’Iliade, con l’appellativo di “ben abitata” (II, 648).

Un momento di momentaneo splendore  è rappresentato dall’ultimo venticinquennio del VII sec. a. C., quando viene costruito un grande tempio dedicato probabilmente a Latona.

Scarse sono le testimonianze per l’età arcaica e classica (VI-IV sec. a.C.) ad eccezione di  un’interessante epigrafe con disposizioni di legge, che ricorda l’esistenza di un’agorà.

Durante il III e per la prima parte del II secolo, Festòs fu certamente un grande abitato, con una sua attività “diplomatica” con diversi altri centri dentro e fuori l’isola. Forse una prima distruzione intervenne negli ultimi decenni del III sec., al tempo della  guerra di Lyttos. Il trauma successivo, con una distruzione generalizzata, si verificò, per opera della vicina Gortina, intorno alla metà del II  sec. a. C.